Mantenimento con Lenalidomide nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato non-eleggibili per trapianto di cellule staminali autologhe
I pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato non-idonei al trapianto di cellule staminali autologhe ( ASCT ) o con recidiva dopo ASCT hanno una bassa probabilità di guarigione.
Il mantenimento con un singolo farmaco dopo la terapia di salvataggio potrebbe essere una strategia interessante per prolungare la sopravvivenza in questi pazienti.
La Lenalidomide ( Revlimid ) è un candidato idoneo per il mantenimento a lungo termine in quanto è un farmaco orale, attivo contro il linfoma diffuso a grandi cellule B che può essere assunto per anni con un profilo di tossicità accettabile.
È stato progettato uno studio per esaminare la sicurezza e l'efficacia del mantenimento con Lenalidomide nei pazienti con recidiva chemiosensibile di linfoma diffuso a grandi cellule B non-eleggibili a trapianto ASCT o che hanno avuto una ricaduta dopo ASCT.
In uno studio in aperto, a gruppo singolo, multicentrico di fase 2, sono stati reclutati adulti HIV-negativi con linfoma diffuso a grandi cellule B de novo o trasformato e malattia recidivante responsiva alla terapia di recupero convenzionale contenente Rituximab ( Mabthera ) da 12 Centri oncologici-ematologici in Italia.
A tutti i pazienti è stata somministrata Lenalidomide per os 25 mg al giorno per 21 giorni su 28 fino a progressione del linfoma o a tossicità inaccettabile ( compromissione grave della funzione degli organi, della qualità di vita o di entrambi ).
L'endpoint primario era la sopravvivenza senza progressione a 1 anno.
La dimensione stimata del campione era di 47 pazienti; il mantenimento è stato ritenuto efficace se almeno 19 pazienti erano sopravvissuti senza progressione a 1 anno.
Tutti i pazienti arruolati sono stati inclusi nelle analisi primarie, con l'eccezione dei pazienti che obiettivamente post-hoc non soddisfacevano i criteri di ammissibilità ( intention-to-treat modificato ).
Tra il 2009 e il 2015, sono stati reclutati 48 pazienti. Sono stati valutati 46 dei 48 pazienti arruolati ( 2 pazienti hanno avuto diagnosi non-confermate ).
36 ( 78% ) su 46 pazienti avevano linfoma diffuso a grandi cellule B de novo e 10 ( 22% ) su 46 pazienti avevano linfoma diffuso a grandi cellule B trasformato.
A un follow-up mediano di 25 mesi erano stati somministrati 556 cicli di Lenalidomide, con una media di 12 cicli per paziente; 19 pazienti erano ancora in trattamento a un follow-up mediano di 25 mesi.
La Lenalidomide è stata ben tollerata; con l'eccezione della neutropenia, le tossicità di grado 3-4 sono state rare.
Sono stati registrati 10 eventi avversi gravi in 9 pazienti causati da neutropenia febbrile ( n=4 ), diarrea ( n=2 ), melena, ictus, vomito e infarto intestinale; tutti tranne un paziente si sono ristabiliti e 6 di questi pazienti hanno continuato con il trattamento con Lenalidomide.
L'eccezione è stata l'unico decesso dovuta a tossicità ( infarto intestinale ).
A 1 anno dalla registrazione dello studio, 28 pazienti erano liberi da progressione, che è stata molto più alta della soglia di efficacia predeterminata.
Durante l'intero periodo di osservazione, si sono verificati 21 eventi: linfoma progressivo in 19 pazienti, morte per tossicità in 1, morte durante la fase senza terapia in 1; la sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stata del 70%.
Con i limiti di un disegno non-randomizzato, questo studio supporta l'uso del mantenimento con Lenalidomide nei pazienti con recidiva chemio-sensibile di linfoma diffuso a grandi cellule B che non hanno i requisiti per il trapianto ASCT o che hanno avuto una recidiva dopo ASCT.
Questi risultati giustificano una ulteriore indagine sui farmaci immunomodulatori come mantenimento nei pazienti ad alto rischio con linfoma diffuso a grandi cellule B. ( Xagena2017 )
Ferreri AJM et al, Lancet Haematology 2017; 4; 137-146
Emo2017 Onco2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Studio IMROZ: Isatuximab associato a Bortezomib, Lenalidomide e Desametasone ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte nel mieloma multiplo di nuova diagnosi non-eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
I dati dello studio di fase 3 IMROZ hanno dimostrato che Isatuximab ( Sarclisa ) in combinazione con lo standard...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Tabelecleucel per pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o di organi solidi con malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus EBV dopo fallimento di Rituximab con o senza chemioterapia: studio AL
La sopravvivenza nella malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus di Epstein-Barr ( EBV ) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche...
I marcatori di malattia residua misurabili specifici per il paziente predicono l’esito nei pazienti con sindrome mielodisplastica e malattie correlate dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche
La recidiva clinica rappresenta la principale minaccia per i pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) sottoposti a trapianto di...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Trecondi a base di Ttreosulfan come trattamento di condizionamento prima del trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Trecondi, il cui principio attivo è Treosulfan, è un medicinale somministrato ai pazienti prima di un trapianto di midollo osseo...
Immunogenicità attenuata dei vaccini SARS-CoV-2 e fattori di rischio nei riceventi il trapianto di cellule staminali
L’immunogenicità della vaccinazione contro il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave ( SARS-CoV-2 ) è ridotta nei pazienti sottoposti...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Induzione, consolidamento e mantenimento di Carfilzomib con o senza trapianto autologo di cellule staminali nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi: analisi di sottogruppo citogenetico dello studio FORTE
I pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi e anomalie citogenetiche ad alto rischio ( HRCA ) rappresentano un'esigenza medica...